Rita Levi Montalcini torna a far parlare di sé in un incontro tutto al femminile tenutosi l'11 novembre presso l'auditorium della banca popolare di verona grazie alla collaborazione di Roberta Girelli presidente del terziario donna della confcommercio, a Valeria Lo Forte , responsabile del circolo dei lettori di verona, a Flavia Passerini lettrice, e a Giuseppina Tripodi, autrice del libro"La lezione di Rita Levi Montalcini"

Ma qual'è la lezione che vuole essere trasmessa da questa grande donna attraverso il libro che la sua collaboratrice e amica ha scritto su di lei?

Nella sua importanza è la lezione più semplice e immediata che si possa trasmettere.

E' la lezione espressa con la propria vita, quella di una donna nata ai primi del '900, quando per le donne nulla era facile e scontato: non c'erano diritti, non c'erano spazi facilmente conquistabili, non esistevano le "single per scelta", non c'era nemmeno il diritto di voto... eppure lei ha combattuto per la sua libertà di esprimersi, di realizzarsi, di "riscattarsi" e questo attraverso un unico fondamentale elemento: l'istruzione. Questa è l'essenza che affiora a più riprese durante la presentazione del libro. Istruzione come strumento di riscatto, da offrire però all'intera umanità. Istruzione che consente di esprimersi, di comprendere le situazioni, di sfruttare le proprie risorse, di valutare, di usufruire dei propri diritti, di accedere al mercato con i propri prodotti, che consente l'approfondimento, l'innovazione. Istruzione che spinge verso la ricerca, ricerca che, come nel caso di Rita Levi Montalcini, può portare benefici a tutta l'umanità. Ed è proprio l'umanità che sta a cuore a Rita Levi Montalcini, in modo particolare quell'umanità alla quale questo grande strumento manca maggiormente, e che riconosce in quell'umanità che già in gioventù avrebbe voluto aiutare, l'umanità dell'Africa.

Ed è proprio in Africa che la fondazione da lei costituita si impegna in modo specifico per offrire questo sostegno. E' dalla voce degli ex bambini soldato, quelli che hanno subito torture, che sono stati costretti a sparare, che hanno perso le loro case, che hanno visto uccidere i propri genitori, che sgorga la massima speranza e fiducia nei confronti dell'istruzione: sentono chiaramente che è lo strumento per ritrovare sé stessi, per ricreare la propria vita, arrivando persino ad augurarsi che gli stessi aguzzini possano diventare istruiti perchè attraverso la conoscenza si possa smettere di fare guerre, si possa creare pace.

L'altro grande valore che accompagna l'istruzione è l'etica, quell'etica senza la quale Rita Levi Montalcini dichiara che la vita non sia nemmeno degna di essere vissuta. Un'etica che deve appartenerci in ogni azione, un’ etica individuale e riflessa sul mondo circostante, un'etica che se applicata anche all'economia, ad esempio con l'introduzione della Tobin Tax, risolverebbe da sola il problema della fame nel mondo, un'etica che è compito degli adulti, dei professori, dei maestri far sì che diventi tesoro delle nuove generazioni. Insomma, emerge una figura della Montalcini, che parla della realizzazione di sé in funzione di una realizzazione collettiva, un'umanista pratica, concreta. Una scienziata che è calata nella realtà del quotidiano...

La sua immagine, ora più completa e definita, diventa emblema, simbolo, modello nelle parole di Roberta Girelli che esorta noi donne, in quanto educatrici naturali, a realizzare le parole della Montalcini quando dice "il ruolo della donna è molteplice ed appartiene alla donna inventare e gestire la pace".




In quest'ottica si muovono le donne dell'incontro: tutte donne che stanno mettendo nel loro quotidiano l'impegno personale per riportare valori fondamentali in questa nostra società un po' allo sbaraglio, donne che hanno capito e messo in pratica che i cambiamenti non si possono attendere dagli altri, ma solo operando in prima persona, donne che mettono il loro valore umano a disposizione di altra umanità con l'invito che questa pacifica rivoluzione si propaghi a macchia d'olio grazie alla collaborazione, alla buona volontà, all'impegno di ciascuno di noi, donne pronte ad accogliere i nostri progetti e il nostro sostegno per muoverci tutti nella stessa Umana direzione, donne che non si chiudono a cerchio, ma che invitano l’altro, uomo o donna che sia, a partecipare.


Forse ad alcuni suonerà strano, ma io ho notato spesso che le grandi menti invitano sempre ciascuno di noi ad agire in prima persona, per quanto gli è possibile anche se sarà difficile che riusciamo a diventare una delle 5 Montalcini che secondo Roger Sperry, neurobiologo, basterebbero per dare una svolta al Mondo!


Ma facendo mio questo invito a metterci in gioco in prima persona , ricordo i nomi di queste donne, tra le tante, che a Verona si danno da fare anche per noi: sono Roberta Girelli per il terziario Donne Confcommercio, Valeria Lo Forte con Flavia Passerini per il Circolo dei lettori di Verona e Giuseppina Tripodi per la Fondazione Rita Levi Montalcini