Ed eccomi a voi, cari Pirati d Radio e di Terra!
eli the worst pronta a salpare dalla baia di yastaradio.com e a veleggiare controcorrente
sull’onda veronese di Radio RCS, portandovi tutto il suo carico di sogni e disappunto.
Come sempre vi ringrazio tutti, e mi piacerebbe davvero poterlo fare individualmente, per
l’ascolto affettuoso e continuativo, che cresce e copre tutte le fasce di replica che vi
offriamo noi di Radio Pirata - la Radio nella Radio. Ma poiché non mi è possibile farlo, vi
invito a seguirmi come sempre, nelle mie rotte un po’ arzigogolate
Oggi, dove vi porterò con il mio bordeggio?
Da dove partiremo, ma soprattutto, dove approderemo tra racconti, riflessioni e
considerazioni?
Salite a bordo, aprite il cuore e lasciate alla deriva i pregiudizi...
Io me la vedo mia madre, o mia nonna o una qualsiasi di voi che vi prendete cura della
famiglia, che vi prendete cura del bilancio familiare...
Vi vedo, dicevo, alle prese con i preparativi della cena: siete in quattro: gli sposi e i loro
due splendidi pargoletti - ma l’esempio vale lo stesso anche per qualsiasi meravigliosa
coppia omosessuale con o senza bimbi, fidatevi, e proseguite con me -
Dicevo, quattro persone, così tanto per fare una media plausibile.
Famiglia ancora un po’ antiquata, se vogliamo, nel mio esempio, con una madre che si
prende la briga di occuparsi di tutti.
I figli e il consorte rientrano a casa e ovviamente trovano un buffet meraviglioso che
espone in modo attraente e goloso le quattro porzioni di cibo necessarie a sfamare la
famiglia.
Naturalmente ci saranno primo, secondo e contorno per il pasto di ciascuno e moltiplicati
per quattro...
Ma siccome non tutti hanno gli stessi gusti e non sempre, anche se piace, si ha voglia di
mangiare quella certa cosa, cosa troveremo ben esposto in quella cucina?
Quattro pasti completi in almeno sei versioni diverse, più le svariate bevande!
Così, ciascun membro di questa bella famigliola potrà guardare, immaginare di gustare,
farsi venire l’acquolina in bocca, magari mettere nel piatto il doppio di quello che realmente
potrà far entrare nello stomaco ed essere sazio, appagato e soddisfatto nel gusto e nelle
quantità.
Del resto, capita a tutti, no?, di sentire quel formicolio, quel pizzicore che ci fa percepire
l’idea di poter scegliere come necessaria e indispensabile per appagare i nostri sensi,
anche se, alla fine, la maggior parte delle volte continueremo a scegliere fra tutte sempre
e comunque quella tal cosa, malgrado la disponibilità delle varianti...
Dunque, tirando due somme, la situazione è questa: disponibilità di ben 72 porzioni di cibo
a fronte della necessità - con estensione di golosità - di 12, 16 porzioni totali con tanto di
avanzi.
Ovvio che questi avanzi non potranno circolare a lungo in quella cucina: gli avanzi hanno
diverse criticità, in un contesto come quello descritto: intanto, la necessità di venir
riproposti ma svalutati - cavolo, volete mettere la “prima scelta”? - e poi...ci sono le
scadenze, per non parlare degli abbinamenti tra alimenti e della mutevolezza delle mode
legate alle diete...insomma, se va bene, qualcosa si può dare al gatto o al cane di casa,
ma il resto...dev’essere rigorosamente buttato...e sarà ovvio veder ripetere la stessa
dinamica a ogni pasto della famiglia
Ora potrei prendere in considerazione anche altri aspetti di questa golosa proposta:
il tempo. Questa madre, quanto tempo dedicherà a fare la spesa, sistemare gli acquisti,
valutare le combinazioni alimentari, manipolare e modificare gli ingredienti al fine di
realizzare le sue numerose ricette che dovranno anche essere irripetibili - già, dimenticavo
anche questo aspetto, in collegamento al tema della puntata che sto sviluppando - ?
E a cosa verrà sottratto questo tempo, o a quale prezzo?
Inoltre, si parlava di bilancio: rimanendo nella più rosea delle ipotesi, abbiamo visto che in
questa famiglia viene buttato circa il 75% di quanto preparato: quindi anche una buona
fetta di tempo usata sarà uno spreco, per non parlare del denaro speso per nulla, che,
valutando un numero maggiore di viaggi a fare la spesa con i costi della benzina, inciderà
anche un pochino di più, così come inciderà sulla spesa definitiva di quei pasti buttati
l’energia elettrica necessaria per illuminare durante le operazioni di stivaggio degli acquisti
e della loro successiva riapparizione e lavorazione, quella che servirà per la
conservazione tra frigo e freezer o che sostituirà il gas per la cottura, e quella che
probabilmente si utilizzerà successivamente insieme all’acqua per la lavastoviglie,
aggiungendo a questa pure i costi dei detersivi....
Dunque, per buttare via molta roba, questa madre spende davvero molto più di quanto
consuma!
...con il risultato che ...ciascun pasto costerà REALMENTE non quanto speso, ma la
somma della spesa e dello spreco, per cui, se abbiamo valutato che la madre propone 24
pasti completi e ne utilizza solo 4, in realtà ogni singolo pasto costerà come 6 più le spese
cui ho accennato sopra...
Per quanto sia attenta al prezzo di base di ogni singolo ingrediente, spenderà comunque 5
volte di più, e spesso, probabilmente, perdendo in qualità proprio allo scopo di risparmiare.
A tutto questo possiamo anche aggiungere la parte connessa a queste abitudini in danni
all’Umanità (non dimentichiamo le guerre di cui siamo parte per sto maledetto petrolio che
è si carburante, ma anche infinita oggettistica) e all’Ambiente con il surplus di imballaggi,
sacchetti, e inquinamento collegati.
Ah, ma voi non fate così...? ah ma voi, comunque comperate e cucinate il giusto? 4 pasti
per 4 persone? Eppure...eppure... eppure è una cosa che invece facciamo TUTTI.
Provate a pensarci: ogni volta che noi entriamo in un negozio o in un supermercato,
qualsiasi articolo tratti, dal cibo, ai libri, all’abbigliamento, all’arredamento, ci troviamo
davanti ad una grande scelta di articoli appunto ben esposti e invitanti, come il famoso
buffet dell’esempio, la maggior parte dei quali o è soggetta alle mode, solo in parte
contenute dai saldi, o alle scadenze, prodotti che non potranno essere riproposti così
come sono e rivenduti in un secondo tempo, prodotti per i quali ci sono comunque un
mucchio di costi di produzione, lavorazione, trasporto, stoccaggio, conservazione e
esposizione che non hanno pari nella storia, e che alla fine paga l’ultimo consumatore...
So già che qualcuno commenterà...”eh, ma vuoi mettere quanti posti di lavoro?” Certo, lo
comprendo e me ne rammarico, perché per quante siano le cose di cui mi rendo conto, so
perfettamente che trasformare questo disastro in un circolo virtuoso è una sorta
di donchisciottesca battaglia contro i mulini a vento. Ma da Bastiàn Contrario quale
sono...vi pare che possa seguire pedissequamente e docilmente la corrente?
I posti di lavoro. Già. Viene pagato caro tutto tranne l’Umanità che se ne occupa!
Da qualche anno ci siamo lasciati abbindolare dall’idea del prodotto in serie, dal suo basso
costo...
Già.
Provate a rimettervi nell’ottica di quanto vi ho descritto sopra e proviamo a metterla, ad
esempio, all’interno di un mobilificio. Vero: oggi con poco si arreda una casa: ma quanti
pezzi invenduti vengono prodotti? Quante ore di lavoro improduttivo paga l’azienda per i
pezzi invenduti? Quanto costano alle aziende i macchinari per produrre quel mobile e
quanto serve per ammortizzarne il costo? Quanto spazio serve nei capannoni e nelle
esposizioni per contenerli e metterli in vendita? E quanto costa - in termini economici e
ambientali - produrre e mantenere quei magazzini e quelle esposizioni? ...e quante sono
le aziende che evadono le tasse o che si appoggiano a sovvenzioni varie a spese della
collettività per restare in piedi?
Ma tornando al vostro mobile: se l’avete pagato 1000, nell’ottica precedente,
probabilmente il prezzo reale di quel singolo mobile, se non venisse caricato di tutte le
perdite menzionate, è probabilmente meno di 200.
Se ciascuno venisse comunque pagato per il suo tempo e questo non fosse strettamente
agganciato al numero dei pezzi da prodursi in un’ora al di là che vengano o meno venduti?
Ora, non sarebbe più bello pagare 1000 qualcosa che valga davvero 1000?
E se un operaio invece di essere a catena e produrre 50 pezzi in un’ora potesse
trasformarsi in artigiano e produrne 1 in un’ora, ma con la dovuta prenotazione e certezza
di vendita?
Se ogni pezzo prodotto avesse la certezza di essere anche venduto e usato?
Capite dove voglio portarvi?
In breve, l’industrializzazione dei prodotti, ci ha portati ad un surplus di invenduto, di
manipolazione inutile di materie prime, di ladrocinio delle risorse della Terra e alla
produzione di rifiuti più grave di qualsiasi tsunami, una produzione di infima qualità sia dei
prodotti che della Vita delle persone che li lavorano!
Tornando alla famosa mamma dell’esempio...ve la immaginate occupata in cucina, che so,
a sbattere per tutta la vita uova senza mai vederle diventare frittata, o torta, o pasta fresca,
o crepes o tutto quello che vi passa per la testa?
Provate a pensare al godimento, alla soddisfazione, al piacere profondo di vedere il nostro
lavoro che arriva al completamento di sé... Non ha forse valore anche la qualità della
nostra Vita? E chi produce ciò che acquistiamo, non è forse una persona esattamente
come me e voi che mi ascoltate?
Cavolo, ma avete mai pensato alla mole di invenduto che produce un singolo centro
commerciale in una singola stagione?
Io mi sento letteralmente sopraffatta quando ci ragiono un momento!
Se poi pensiamo al reparto alimentare, soprattutto sul fresco! ...e poi diciamo che c’è la
fame nel mondo! LA FAME NEL MONDO??? Ma quanto siamo ipocriti? Ma quanta gente
potrebbe essere sfamata se smettessimo di avere, appunto, la fantomatica necessità di
scegliere? Abbiamo prodotti da tutte le parti del mondo...anche quelli di quella parte del
mondo che muore di fame, se è per quello! Abbiamo prodotti che non hanno più alcun
legame con la Terra e con la stagionalità: tutto e sempre! Abbiamo prodotti inventati dalle
aziende perché non sanno più come riempire le nostre dispense di roba da buttare,
pensate solo alla miriade di tipi di farina di grano che si trova oggi, la cui scadenza è
sempre più imminente....del resto le aziende devono cercare di ridurre il più possibile
l’invenduto facendo aumentare il nostro rifiuto....
E in tutto ciò, sentiamo sempre più acceso e incisivo il funesto vaticinio che ci dice che ci
stiamo riproducendo troppo perché la terra possa sostenerci.
Io non credo che siamo in sovrannumero: se tutti prendessimo dalla Terra davvero solo
quello che ci serve, se non creassimo cose indistruttibili con materiali che la Terra ben cela
nel proprio cuore, se non abusassimo nell’utilizzo di energie anziché preoccuparci di
inventare nuove fonti per produrle... No, non credo che siamo troppi: credo che siamo solo
troppo troppo troppo viziati, egoisti e per niente lungimiranti.
...e credo che siamo così succubi di questo alienante stile di vita, da aver scordato anche il
valore intrinseco alla Vita stessa, alla nostra Vita stessa...
Buono shopping a tutti, dalla vostra eli the worst, Bastian Contrario della vostra Radio
Pirata - la Radio nella Radio.
NUOVA PUNTATA
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