Cazzo, stanno tagliando tutti gli alberi!
Opps, scusate: oggi il mio Bastiàn Contrario è partito così. Mi scuso con la Ciurma, con
yastaradio e con voi ascoltatori, ma...è una cosa che mi rode e tanto!
Non so se ve ne siate accorti anche voi, se ci abbiate fatto caso... del resto, come per ogni
cosa a fare la differenza è la nostra relazione con le cose stesse, e ci si accorge solo di
ciò che non ci piace (in modo preponderante) o di ciò che proprio ci attrae, anche se di
questo, ovviamente, non ci si lamenta mai!
Beh, per me, come avrete intuito, ogni ramo che cade ingiustificatamente è un colpo al
cuore.
In realtà, contribuisco anch’io, ahimè, dal momento che mi scaldo con la legna che non è
certo tutta raccolta da alberi secchi o rami spezzati, ma mi sembra comunque di limitare il
mio contributo negativo su larga scala collegato a quel che sta dietro ai domini del petrolio
e del gas...
Comunque sia, osservando ciò che mi circonda, dalla vallata in cui abito da qualche anno
- e nelle quale fino allo scorso anno quasi non si vedevano le case, pudicamente nascoste
tra le fronde - a tutte le zone dei miei spostamenti, vedo sempre la stessa immancabile
cosa: aree sempre meno verdi e più cementificate o piante ... deturpate da inconcepibili
mutilazioni!
Lo so, lo so che sono sempre anacronistica e nostalgica, un po’ bucolica e forse naif,
ma ...
Ma in questa circostanza, faccio persino fatica a fermare i pensieri e dare loro un ordine
che possa assomigliare a una comunicazione.
Il primo MA va diretto come un fuso alla Natura e alla nostra interdipendenza con essa.
Davvero non ci rendiamo conto che erba, fiori, piante, alberi sono fondamentali e
necessari oltre che soggettivamente piacevoli?
Stiamo costantemente parlando di inquinamento, di siccità, di surriscaldamento, di polveri
di ogni natura.
E cosa viene fatto? Vengono tagliati gli alberi ovunque, vengono asfaltate e cementificate
aree di ogni tipo (non si potrebbe parcheggiare sulla della terra battuta in mezzo a qualche
filare di alberi invece che su piattaforme d’asfalto, ad esempio?), si cerca refrigerio stando
tristemente rinchiusi con l’aria condizionata, sparando fuori ancora calore, anziché cercare
un bell’albero sotto la cui ombra rigenerarsi tra ossigeno, vibrazioni cromatiche, energie
della Terra e tutta una serie di benefici che ogni Naturopata vi incoraggerebbe a seguire
per ripristinare il vostro stato psico fisico e vitale...
Sembra proprio che ci si sia dimenticati che noi siamo parte della Natura, che per quanto
possiamo strumentalizzarla e costringerla al nostro servizio grazie a scoperte scientifiche
e tecnologiche, noi stessi siamo soggetti alle sue Leggi: non possiamo sopravvivere senza
ossigeno, non possiamo senza acqua, non possiamo senza radici di alberi e erba che
tengano salda e compatta la terra quando piove, non possiamo senza le piante che
restituiscono acqua all’atmosfera...
Dove non ci sono piante...ricordiamoci che c’è il deserto. E nel deserto...diciamo pure che
la Vita ...scarseggia!
E’ questo l’obiettivo attuale? Desertificare poco a poco grandi aree?
Sembra proprio che ci si voglia estinguere: non sia mai che si permetta agli alberi di
rigenerare un po’ l’aria dai veleni di cui l’abbiamo saturata e di cui ci strafoghiamo, non sia
mai che si faccia un passo verso il passato per evitare di morire di caldo, arsi su asfalti e
cementi che ci restituiscono calure mai sperimentate in precedenza, non sia mai che si
permetta al terreno di incamerare e filtrare e restituire acqua sana dalle sue profondità,
anziché trasformarla in violente fiumane che trascinano via tutto con sé, comprese le
lacrime....
Anche pensando a un fattore banalmente estetico, mi rendo conto che sono davvero rari
gli edifici “preziosi” nella loro logica e forma, la cui vista è di per sé un piacere per gli occhi.
Non riesco a fare a meno di desiderare verde ovunque: ci sono case e capannoni, così
brutti, e squallidi e tristi...che sarebbe quasi un’azione caritatevole nasconderli alla vista!
Continuiamo a muoverci in auto, ma magari c’entra anche il fatto che è così sgradevole
passeggiare sull’asfalto, ingolfati di fumi d’auto, indifesi agli eventi atmosferici...eppure è
un piacere tutt‘altro che sottile camminare sotto solidi alberi frondosi!
Per limitare i danni da mezzi di trasporto, da fumi di produzione o da polveri e la calura da
asfalto, dovrebbe esserci un obbligo legislativo - visto che quello morale sembra non
contare! - che imponesse l’impianto di alberi in proporzione alla superficie occupata da
ciascuno stabile.
Invece, gli alberi vengono deturpati, straziati, eliminati.
Quando li guardo, provo davvero dolore.
Un’idea che mi sono fatta, è che gli alberi siano “nemici dell’ordine”, e che per questo
vengano... puniti.
Insomma, è innegabile il fatto che perdano foglie ovunque, che possano attirare insetti
inutili come le api che sappiamo tutti che non hanno nessunissimo ruolo
nell’impollinazione di innumerevoli specie vegetali, che possano ospitare nidi di defecanti
uccelli!
Ordine, ci vuole, ordine! Ordine e ambiente asettico.
No, perché invece andare nei bagni pubblici di qualche pub o autogrill, che gli avventori
usano come se volessero pesantemente punire l’utilizzatore successivo, e magari, farci
pure sesso - dai su, non fingiamo di scandalizzarci: fa schifo, ma non è una novità - quello
è sano, ordinato e igienico!
Ragazzi...ci siamo inventati i prati e le siepi di...PLASTICA, per avere tutta una finzione
pulizia e ordine!
Ma questo aspetto, già così pesantemente sgradevole per la mia indole Bastiàn Contraria,
mi fa pensare a qualcosa forse ancora più grave, o comunque ancora più intimamente
connesso con noi umani...
Stiamo cercando di insegnare alla Natura come deve comportarsi, ci rendiamo conto?
“insegniamo” alle piante come dare più raccolto con i fertilizzanti, trattiamo le fasi
femminili, dal menarca al parto, all’allattamento, alla menopausa come fossero malattie da
tenere sotto controllo, se un bambino ha un po’ più di personalità è iperattivo, gli animali
da allevamento vengono fecondati artificialmente, la luce deve persistere 24 ore al giorno,
con tutte le alterazioni degli equilibri vitali del caso, la stanchezza va combattuta, la
devastazione che il corpo subisce con un intervento chirurgico va negata e contenuta con
antidolorifici anziché dare al fisico il tempo necessario per guarire...
Dunque: di Natura non si parli e tanto meno si ragioni: alberi vengono martoriati ed
eliminati, sostituiti eventualmente da oggetti in plastica; ci si nutre di composti chimici che
hanno perso tutte le qualità nutritive sostitute da immancabili integratori e simili, e nello
stesso modo veniamo trattati anche noi esseri Umani.
Ogni tanto ribadisco che sono Bastiàn Contrario ed è in questo che mi arrogo il diritto di
poter dire che ciò avviene anche a livello umano: bambini che vengono programmati a non
disturbare, non toccare, non fare, intossicati di latte artificiale, farmaci imposti, tablet e tv;
donne che iniziano col depilarsi per finire con tette di plastica e labbra innominabili
all’interno di un paradosso che vede non più la bambola come imitazione dell’essere
umano bensì la donna che sceglie come modello la bambola gonfiabile.
C’era un pensiero nell’antichità che sottolineava come le cose avvengano uguali a se
stesse ma ovviamente in scala nel micro e nel macro cosmo: ecco io ho proprio la
sensazione che questo ordine, questa omologazione, questa disinfezione e
disinfestazione che si adopera nei confronti della Natura, sia l’albero tagliato con
noncuranza o l’obbligo indotto alla depilazione, non abbiano origini diverse, fino a
spingersi a limiti estremi come il femminicidio o l’odio razziale: tutto ciò che è diverso,
tutto ciò che non è incasellabile, tutto ciò che esiste senza soddisfare determinati canoni,
va semplicemente e inesorabilmente sopraffatto e eliminato!
Sono pessimista? Può darsi: preferirei di gran lunga essere pessimista piuttosto che
lungimirante!
Ma ho come l’impressione che, se idealmente l’uomo ha la presunzione di somigliare a
una qualunque entità divina, si limiti a cercare di imitarne il presunto potere dominatore e
distruttivo, quando, secondo qualsiasi filosofia spirituale, la divinità si manifesta
nell’inarrivabile espressione dell’amore verso ogni forma di Vita, ed è questo che ci appare
sovrumano!
Sembra invece che nella nostra epoca - più che in altre - sia divino schiacciare incontestati
il diritto alla Vita di chiunque sia non tanto di reale ostacolo, ma semplicemente sgradito a
chi lo può in qualche modo annientare.
Torniamo al punto di partenza, gli alberi tagliati: ma avete visto COME vengono tagliati?
Ammesso e concesso che per qualche motivo debbano essere potati...chi sono quegli
abominevoli massacratori che intervengono su quei poveri esseri indifesi?
Possibile che non si possano affidare compiti così delicati a persone competenti?
Vorrei chiedere a qualsiasi botanico se un albero può essere privato praticamente di tutti i
suoi rami o se esiste una sorta di percentuale per il benessere e la salute della piante e se
esistono periodi più o meno adeguati per il taglio.
Perché, da qual che vedo, il taglio indiscriminato sembra essere una moda...
Vi ricordate? in qualche puntata ho già sottolineato quanto noi umani siamo portati a
copiare, a ritenere “normali” le cose in quanto già viste più volte e ad appoggiarci ad un
pensiero inespresso che recita “se tutti lo fanno, allora va bene così”: sarà per questo che
questo modello di taglio ha preso piede ovunque?
Parlando di taglio un amico della Protezione Civile ha accennato a una probabile norma
collegata alla sicurezza stradale, che prevede di ridurre i rischi da caduta di rami sulla
strada tagliando praticamente tutti i rami, o gli alberi, non ho capito bene, a filo di strada ...
Ora, io non vorrei dire, perché è indiscutibile che i fenomeni atmosferici siano più violenti
di anni fa, ma quanti sono coloro che possono realmente finire sotto un albero
inavvertitamente?
Credo che esista anche la prudenza, nel nostro dna, e che in certe circostanze tutt’altro
che favorevoli, sia opportuno semplicemente evitare di mettersi per strada.
Non voglio passare per quella che non ha a cuore la salute delle persone, ma ribadisco
quanto già detto in altre puntate: è semplicemente impensabile prevenire ogni cosa e
avere tutto sotto controllo: l’imprevisto è insito e parte della vita stessa, e per sua natura è
qualcosa che colpisce occasionalmente e in modo imprevedibile la vita di qualcuno.
Si perde tempo a legiferare su eventi casuali, e non si agisce, invece, dove i danni alla
persona sono praticamente certi e universali o comunque indotti da scelte umane
tranquillamente evitabili senza conseguenze negative: non mi pare che vengano
sottoscritte leggi che in modo altrettanto poco democratico sanciscano ad esempio un
limite alla velocità reale che le auto possono fare, non mi sembra che ci sia un limite
all’abuso dell’aria condizionata che ci condannerà probabilmente tutti a soffrire di cervicale
e sinusite, non mi sembra che i tabacchi siano stati semplicemente tolti dal commercio o
regolamentati con regolare ricetta ad uso esclusivo di chi fumatore lo era già prima della
realizzazione della legge, non mi sembra che ci siano azioni forti per ridurre drasticamente
e soprattutto significativamente le emissioni delle auto e delle industrie.
Ma soprattutto, non mi sembra che sia impedita, ostacolata e vietata la diffusione di odio e
la produzione di armi.
Allora, per favore, lasciate pure che mi cada un ramo in testa: lo chiamerò fatalità e non
cattivo governo, e non avrò nulla da recriminare.
Per oggi Bastian Contrario ammaina le vele, cullandosi nella baia dei Pirati di
yastaradio.com!
io, eli the worst vi saluto e vi invito a non perdere le repliche di giovedì e sabato alle 11.00
oppure a riascoltarmi dal blogspot do elena furio
Buon ascolto e buon bordeggio a tutti i Pirati!