Restando nel linguaggio collettivo, possiamo pensare a quando si dice “un mondo tinto di
rosa” o “rosee prospettive” per indicare la visione possibilista di una situazione positiva,
armoniosa, feconda, piacevole, ricolma di speranza, una primavera nel suo divenire.
Certamente con uno stato d’animo “rosa”, saremmo tutti portati a una maggior apertura
verso il futuro, verso la collettività, verso il sorriso: avremmo la serenità e la fiducia
sufficienti a non farci sentirci sopraffatti dalle bollette o dall’incombere degli eventi.
A quel punto, se la maggior parte delle persone non vivesse nell’ansia e nello stress, non
peserebbe sulla vita degli altri portando loro ulteriore ansia o stress, ma avrebbe anzi la
forza e il coraggio necessari per stimolare anche chi è in un momento di debolezza a
trovare il proprio rosa sentimento di speranza. E dalla sfumatura rosa, in modo contagioso,
fiorirebbero altre rosee emozioni, perché, torno a dire, il punto fondamentale è che le
emozioni non sono statiche, quindi noi non siamo statici nel nostro sentire e nel nostro
risplendere, e quindi i nostri stessi colori sono assolutamente mutevoli.
Di conseguenza, quale somma dei nostri colori, la società stessa è mutevole.
Torniamo alla nostra famosa tela: ormai dovremmo aver costruito in noi un’immagine-
ideale vivida e coloratissima.
Trasponiamola sul monitor.
Immaginiamo che, improvvisamente e in modo disordinato, comincino a far capolino pixel
neri e che questi pixel neri cominciassero a fiorire e a crescere in misura e in numero
come macchie di leopardo, sempre più grandi, sempre più vicine.
Vedremmo sparire poco a poco tutti i colori, anche i più belli.
Vedremmo sparire poco a poco, tutte le emozioni, anche le più belle.
Vedremmo sparire poco a poco, tutti i migliori sentimenti.
Il nero diventerebbe dominante, soffocante, totale.
E non ci sarebbero più sfumature, immagini, vitalità.
Il nero in questione è il colore osceno della paura, della sfiducia, dell’impotenza, della
caduta, della chiusura, dell’assenza di luce interiore, della rivalsa, della prepotenza,
dell’egoismo, della prevaricazione...è il colore di tutto ciò che può, semplicemente e
amaramente, manifestarsi come odio.
Ora, è verissimo che in certe situazioni, la nostra fragilità umana ci fa scivolare con
estrema facilità nell’onda del sospetto, della sopraffazione, della apparente necessità di
controllare e difendere ogni cosa a ogni costo... ma in tutti questi casi, se noi ci lasceremo
prendere da questo sentire, saremo noi stessi uno dei troppi pixel neri che ricoprono
l’esistenza.
Anche se può essere difficile, anche se può sembrare solo una simpatica interpretazione
della realtà, la mia, di fatto non costa nulla cercare di prendere coscienza delle nostre