Oggi vi invito a bordeggiare con me in acque un po’ torbide e poco amichevoli, acque nelle
quali potrei anche incagliarmi tra gli scogli, acque tra le quali assumo una posizione che io
stessa trovo scomoda e sulle quali mi muovo a vista, senza una rotta ben precisa...
Oggi vi parlerò di politica. Non di partiti o di personaggi politici, ma di politica. Di politica
secondo i miei ricordi scolastici, la mia percezione, le mie considerazioni.
Quando penso alla politica, nella sua accezione più alta, mi viene immediatamente da
pensare all’antica Grecia, a quel Solone del 6° sec che promulgò leggi basate su principi
di equità sociale e politica, pensate non per i singoli individui, ma per l’intera Città di Atene
e per la sua dignità, leggi ispirate dall’ideale del «buon governo»- dove governo significa
davvero prendersi cura - espresso attraverso l’ordine conforme e la giustizia, con la
premessa dell’uguaglianza davanti alla legge.
E se rifletto su questo spunto, ingenuamente, non riesco ad evitare di chiedermi come sia
possibile che nel 2000 e rotti, in questa epoca in cui ci sentiamo così superiori a tutto ciò
che è stato come se nulla di buono fosse mai stato prima di noi, in cui - soprattutto l’
occidente - si arroga il titolo di icona della civiltà, in cui siamo sparati come razzi ciechi e
impazziti verso un non meglio definito progresso, non ci sia un solo politico che desideri
passare alla storia per indiscusse capacità, integrità, e lungimiranza.
Sembra piuttosto che ciascuno dei politici più in vista stia giocando una partita all’ultimo
sangue, in un braccio di ferro contro tutti a suon di colpi di potere, di indifferenza al
pensiero altrui, e di furbesche quanto fragili alleanze.
Piccoli dèi così poco saggi da non rendersi conto che nell’assurdità del dominare (non
governare, attenzione) il Mondo, non si pongono nemmeno il problema di salvaguardare
qualcosa che possa essere in loro dominio, attori così presuntuosi e arroganti , talmente
pieni di sé da andare in scena sgominando uno dopo l’altro gli altri attori e dando per
scontato di avere un pubblico, dimenticando di averlo decimato giorno dopo giorno...
Cosa se ne faranno di un Mondo distrutto, senza più Natura, con cibo, aria e acqua
contaminati, con città distrutte, abbattute, senza più un edificio di valore, un’opera d’arte
da guardare, in compagnia di cadaveri, di persone mutilate o malate, vittime della povertà,
della violenza, del terrorismo o della guerra...?
Non ho gli strumenti per capire, proprio non li ho. Quello che capisco e sperimento io, è
che le persone felici, appagate, contente di vivere, non hanno timore a lasciare spazio agli
altri, a ritenerli parte della propria gioia di vivere, degni del riconoscimento dei vari diritti...
...e la vittoria di uno diventa la vittoria di tutti, con gioia e benessere condivisi..