E buon bordeggio a tutti, cari compagni di pirateria!
Io lo so: andrà a finire che susciterò le ire di qualcuno con i miei pensieri Bastiàn contrari!
Con chi ce l’ho oggi?
Oggi ce l’ho con “i risarcimenti e le sanzioni pecuniarie”.
Chiariamo: a fronte di un danno il risarcimento è doveroso, non c’è dubbio, “ma”.
Intanto partiamo da un presupposto: per me, per quanto utile e indispensabile, il denaro
ha un valore molto relativo, certamente inferiore al benessere fisico, emotivo e psichico,
sicuramente inferiore alla coerenza con i propri valori, sicuramente inferiore al valore
affettivo e sicuramente inferiore al valore della Natura nei suoi vari aspetti.
Per farvi un esempio, ho una piccola credenza da cucina, di nessun pregio, verniciata di
rosso, a pennello e pure male. Ho arredato l’intera cucina sulla misura di quella piccola
credenza, imprescindibile. Quella era di mia nonna, ma quella era il SUO mobile per i miei
giochi ed è rimasta il NOI cristallizzato nel tempo dell’addio.
Se malauguratamente quella credenza andasse distrutta, non ci sarebbe nulla al mondo
che la potrebbe sostituire, e nessuna cifra che la potrebbe ricomprare.
Leggo in internet dei romantici fidanzati che con una lanterna cinese hanno “disboscato”
160 ettari di bosco.
Proseguo nella lettura e trovo che potrebbero essere arrestati e subire una pena compresa
tra uno e 5 anni.
E intanto sopra la mia testa si accende una scritta luminosa, un po’ come a Mingardi, che
chiede:
a: se effettivamente questo evento è frutto di reale superficialità agita senza alcuna
intenzione di ledere persone o cose, a che cosa serve arrestare la coppia?
Tra l’altro presumo che fatta una volta, una cazzata del genere non la faranno mai più a
meno che non siano malati e in tal caso andrebbero curati.
b: perché la Comunità, ossia lo Stato, è vuole essere così stolto da rimetterci 2 volte? le
spese per arrestare l’incendio e il mantenimento di questi due, che per quanto possano
pagare multe, immagino non arriveranno mai a pareggiare il conto?
c: chi ci restituirà il bosco, la sua fauna e la sua vegetazione, che sono, in realtà le uniche
cose che a me personalmente sembra interessante capire?
Alcuni di voi lo sanno, altri lo avranno intuito, non amo particolarmente infilarmi nelle
notizie, considerando l’Umanità per propria natura intrinseca sempre di parte, sia questa
parte idealista come la mia, ideologica o di convenienza. Sta di fatto che è altamente
improbabile avere a portata una notizia a tutto tondo e davvero neutra.
Quindi, anche in questo caso bordeggio a ...sentito dire.
Mi sembra che non sia una novità che in diverse occasioni, aree boschive “casualmente”
bruciate siano diventate aree edificabili di una certa portata o vigneti di alta qualità.
Dunque, a che servono risarcimenti allo Stato sotto forma di multe e rimborsi assicurativi
se non si ripristina o ricrea quanto andato distrutto?
E’ tristemente ovvio che questo ragionamento non si possa applicare alle vite andate
perse, ma a mio Bastiàn contrario parere...risarcimenti e assicurazioni in questi casi non
dovrebbero essere forniti in denaro, ma in azioni che riportino la situazione il più possibile
allo stato originario precedente: in un caso come questo, si ripiantino le stesse piante, si
favorisca la reintegrazione della fauna nel più breve tempo possibile, si ricrei il Bosco a
tutti gli effetti, che è patrimonio di tutti, ossigeno per tutti, antidoto all’inquinamento
devastante... e chi ne è stato causa contribuisca in prima persona (fisicamente o
economicamente) a questo scopo fino al suo reale raggiungimento!
A proposito di inquinamento devastante!...credo sia abbastanza logico che la stessa
metodologia andrebbe applicata anche con quelle “simpaticone” delle piattaforme
petrolifere che hanno devastato i mari, o con le centrali nucleari e le loro perdite, o con le
semplici industrie che scaricano le loro porcherie più o meno autorizzate nei corsi d’acqua
o con gli agricoltori che avvelenano alimenti, terra e acqua tra diserbanti, pesticidi e
antiparassitari....
Credo che se la Legge imponesse oggettivamente - e senza possibilità di dilazioni,
sovvenzioni, posticipi, rivalse e tempistiche da matusalemme - l’azione concreta e
immediata di pagare di tasca propria il recupero totale del danno, molti personaggi più o
meno equivoci, amministratori delegati dal pressapochismo garantito più o meno
impugnabili e ancor meno competenti, starebbero un po’ più attenti ai documenti che
firmano e al rischio incluso nei loro azzardati giochini di borsa e di favori!
...e questo dovrebbe valere anche per i Ministri e a scalare fino gli amministratori locali:
prendiamo Verona e la sua Provincia, più volte nominate tra le aree più inquinata del Nord
Italia.
Sappiamo che siamo sempre fuori dagli standard di Bruxelles, e che tanto per cambiare ci
verrà applicata una multa dall’improponibile importo che non mi è chiaro se banalmente si
aggiungerà a quel calderone del Mostro chiamato Sig.Debito Pubblico o se in qualche
modo dovrà essere pagata.
Ora, se pagassimo la multa, la nostra aria sarebbe più sana?
E inoltre...chi verrà tassato per pagare questa multa? (si accettano intuizioni!)
E se invece le multe fossero intestate a persone fisiche dell’amministrazione, le quali
potrebbero convertirle in progetti di sanificazione dell’aria o delle acque da realizzare entro
un preciso periodo?
E se seguire i comportamenti dei Comuni Virtuosi diventasse regola, anziché pionieristica
alternativa, nell’ottica di occuparsi davvero della salute dei Cittadini più che di svincolarsi
da una multa?
Tanto per fare un immediato confronto tra logica e azione, in un’epoca inquinata come
questa, quanti sagaci amministratori stanno abbattendo alberi come se fossero la causa di
tutti i loro mali? Dalla Pianura ai Monti, dalle Città alle Contrade...ovunque vengono
abbattuti alberi. Si fanno spazi per strade, centri commerciali, parcheggi. Quando va
bene...vigneti ...che portano profitto!
E torno a prendere in mezzo la Sanità e il suo diabolico debito, molto del quale è dato
dall’eleganza delle strutture - per altro realizzate con logiche tutt’altro che a favore di
malati e anziani - che ci fanno “passare” come costo delle cure e degli esami: io posso solo
fare ipotesi, spesso in contrasto tra loro.
La prima, immediata: se stiamo bene, non incidiamo sul Sistema Sanitario Nazionale.
La seconda, subdola ma insistente...se non stiamo male...come si possono giustificare le
spese necessarie per offrirci i migliori luoghi di cura?
Come sempre la mia Bastianite emerge, anche se sono più che certa che in questo caso
trovi più facili consensi...
Credo che anziché palazzi prestigiosi, dal clima perennemente artificiale, con negozi che
neanche a Via Monte Napoleone, preferiremmo tutti avere un po’ meno da aspettare per le
visite base e soprattutto un luogo che ci faccia sentire sicuri nelle emergenze: che sia un
attacco di cuore, un parto, un’emorragia, un’ustione...Qualcuno vorrebbe davvero fare 50
chilometri mentre potrebbe perdere la vita, in situazioni in cui il mezzo minuto può
davvero fare la differenza? ma dai!
Comunque, siamo partiti da un bosco.
Ed è alla terra che dovremmo tornare: poco fa ho accennato ai vigneti che spesso, quando
va bene, sostituiscono i boschi.
Da un punto di vista della qualità dell’aria, vale la pena di ringraziare anche le vigne e la
loro mutevole bellezza: i colori dei vigneti in autunno sono davvero straordinari e
caldissimi...
Spesso, però, mi capita di vedere queste meravigliose piantagioni a filo di strada. Spesso
vicine a strade ad alta percorrenza, come autostrade e superstrade. Spesso in campi più
bassi del manto stradale anche di un metro o più.
Ora, sappiamo tutti che le emissioni delle auto non sono esattamente sane come gli effluvi
di eucalipto e che per avere piante sane è necessario che anche il terreno in cui crescono
sia un terreno sano.
Che particolati e quali metalli potranno esserci in un terreno che è quotidianamente
ricettacolo di tanta porcheria? E cosa arriverà sulle nostre tavole? Qualcuno che mi
conosce potrà cercare di contestarmi dicendo che me la prendo con i vigneti perché non
apprezzo il mito dell’aperitivo e del far festa a tutti i costi grazie all’alcool che circola nelle
vene: è vero, preferisco divertirmi consapevole di quel che faccio e guidare senza mettere
a rischio me stessa o gli altri e non perché me lo dice il codice della strada, ma lo stesso
discorso può valere anche per molto “bio a km 0” o per le enfatizzate produzioni italiane ...
Sono le arance che potrebbero venire dalla terra dei fuochi? Le mozzarelle? Ma i vini
possono essere della Valpolicella, di Custoza, del Lago di Garda...
Quanti danni abbiamo procurato, in tutte le direzioni, con le politiche della venerazione al
dio denaro, anziché alla Madre Terra...
E come sarà difficile tornare indietro se aspettiamo sempre che sia qualcun altro a fare per
primo, a dare l’esempio...
Ehi, voi politici! Se qualcuno mi ha ascoltato...può sempre iniziare a cambiare le cose.
Magari non avrà un voto in più...ma sarà una persona migliore!