Comunque ogni cosa era filtrata e sommata da processori umani, ciascuno con i propri
aspetti emotivi, imprecisi, sentimentali, meschini, generosi...e talvolta, ahimè anche
potenti...ma ogni potere per quanto grande, aveva una territorialità limitata.
In ogni caso, la considerazione generale era che nessuno gradiva interferenze nei propri
affari, fossero questi sentimentali, sessuali, economici o di qualsiasi altre natura.
Ora la frittata - e scelgo frittata anziché medaglia, proprio per evocare l’idea di friggere! - è
capovolta.
C’è stato qualcuno che ha inventato e perfezionato qualcosa di meravigliosamente
oggettivo, neutrale, asettico, anaffettivo, non concorrenziale, indifferente a cui tutti ci
affidiamo: l’informatica e il web.
Se un tempo solo concedere il proprio numero di telefono significava essere disponibili ad
accettare una reciprocità di impegno, fosse di natura amichevole o sentimentale, ora il
nostro numero - e non solo quello - è alla mercé della rete.
Attraverso i social e gli strumenti informatici, forniamo a non meglio identificati server un
numero illimitato di informazioni che ci riguardano, senza nemmeno fargli fare la fatica di
cercare di carpirli, di comporli tra loro come parti di un puzzle, di intuirne i pezzi mancanti o
taciuti: pareri, gusti, posizioni etiche, politiche o fisiche, preferenze sessuali, aspetti
economici, bisogni, fragilità... tutto viene fornito spontaneamente e in modo completo.
So che sto parlando da una radio web, ma ormai, la mia scelta l’ho fatta: sarà stato
l’allenamento come nipote della Maestra sempre in vista, ma non ho mai nascosto il mio
pensiero e il mio modo di essere. Da questo punto di vista credo di potermi considerare
perennemente nuda, e quindi potenzialmente vulnerabile ormai da sempre.
Tuttavia, se dovessi iniziare oggi a usufruire della rete e se avessi preso più rapidamente
coscienza, non credo che mi comporterei nello stesso modo.
George Orwell mi era rimasto ben impresso, ai tempi della scuola...
Mi aveva quasi terrorizzato il suo totale e fantasioso controllo su ciascuna vita...ma
quante volte, ahimè , sono proprio gli scrittori ad anticipare la realtà? Non so dire se sia
una sorta di sensitività o di imprinting per i possibili futuri, ma so che spesso succede: una
visione, un’immagine e il tempo: ed eccoci immersi quella che da fantasia creativa si rivela
come inquietante realtà.
Ai tempi di cui parlavo io, ci sentivamo violati solo se qualcuno osservava l’orario in cui
rientravamo a casa, e ci si in alberava a difesa della nostro diritto alla libertà...